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Addio a Proietti, il Mandrake cresciuto suonando la chitarra per amore nelle estati a Pedaso

2 Novembre 2020

PEDASO – Era l’estate del 1958. Un giovanissimo Gigi Proietti, scomparso a 80 anni nel giorno del suo compleanno, approdava a Pedaso. Con sé aveva una chitarra e il cuore innamorato di una bella ragazza di Altidona, che viveva nella cittadina del lungomare dei cantautori.

Al tempo, diciottenne, non era il grande mattatore dei pachi dei più rinomati dei teatri d’Italia, ma un giovane artista speranzoso che con chitarra e voce cominciava a guadagnare qualche lira.

A Pedaso se lo ricordano bene. Anche perché di anni ne ha passati guardando il mare. Il primo, nel 1958 lo passò dormendo in una barca, alternandosi a una vecchia casetta, per non dire baracca, in legno vicino alla spiaggia.  

Per lui, con Pedaso, fu amore a prima vista, come con la giovane figlia di romani trasferiti nelle Marche. Un amore passionale, prima che le strade si dividessero, lui verso l’olimpo dello spettacolo, lei tra le braccia di un nuovo amore.

Ma per quattro lunghe estati Proietti tornò, sempre con la sua chitarra in spalla. Ma non dormiva più in barca, bensì aa casa di Armandì, un pedasino che lo aveva preso in simpatia e l’ospitava in una stanza sopra quello che oggi è il bar Vanilla. Un legame vero, tanto che per anni il Mandrake del teatro gli ha spedito biglietti in regalo degli spettacoli che aveva in zona.

La notizia della morte che ha colpito al cuore gli italiani, già provati dal Covid, ha segnato anche la costa fermana. “Sbarcava il lunario da noi, come non ricordarlo” commentano in tanti sui social. Ricordando i viaggi in auto, sul sedile posteriore della 600, del giovane attore in cerca di locali dove suonare.

Gli fece bene l’aria di mare, perché la spensieratezza delle estati felici gli è sempre rimasta, in ogni ruolo che ha interpretato. Grande attore, ma anche grande maestro, visto che alla sua scuola sono passati in tanti, tra gli ultimi Insinna, Tirabassi e Brignano.

Se ne è andato così, all’improvviso, ma dopo 15 giorni di lotta contro il suo cuore malato, senza regalare un’ultima risata, senza un ultimo inchino, senza poter recitare un passo del suo amato Shakespeare, che come lui è morto il giorno del suo compleanno, che sarebbe stato senza dubbio affidato al Giulio Cesare: “La morte è una conclusione necessaria: verrà quando verrà”.

Raffaele Vitali

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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