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Addio a Marisa, la tetraplegica che ha dato vita alla comunità di Capodarco. "Il mio merito? Credere nel 1966 a don Franco"

30 Gennaio 2022

FERMO - “Nata con grave disabilità, insieme alla mamma ha guardato avanti. Non è potuta andare a scuola, ma sapeva ben leggere e scrivere. Incontrato don Franco, insieme a lui ha creato la Comunità di Capodarco. Ha lasciato la sua carissima madre, perché – racconta don Vinicio Albanesi - per sé e per altri dovevano aprirsi altre strade”. Ecco chi era Marisa Galli, la co-fondatrice della Comunità di Capodarco, che si è spenta, lasciando nel dolore i tanti compagni di vita.

Una figura quasi mitologica, perché c’era da sempre. È lei che con don Franco Monterubbianesi, nel 1966, ha fondato la comunità. Loro due, insieme con altri dodici disabili hanno deciso che era il momento di sognare, ma soprattutto di rendere il possibile reale: condividere una casa, vivere insieme la normalità a Capodarco di Fermo.

Nata tetraplegica, non si è mai lamentata della sua condizione ma ha cercato ogni giorno di trarre il meglio possibile dalla vita. “Sono diventata senza volerlo una specie di simbolo. Ma – raccontava nel 50enneale della Comunità, che la ricorda sul sito - ho solo creduto a quello che don Franco proponeva”. Forse questo è stato il primo grande merito, credere a chi guardava oltre l’orizzonte comune, ovvero don Franco.

Anno dopo anno ha visto crescere la comunità, anche inaspettatamente. “Gli inizi sono stati difficili, per mancanza di risorse, per l’accoglienza di quanti chiedevano un ambiente dove sognare. Non si è mai lamentata di nulla. Molto tenace non si è sottratta al “lavoro” prosegue don Vinicio.

A Fermo è rimasta fino al 1974, poi il trasferimento a Roma dove decide di adottare una ragazza con problemi psichiatrici la sua missione non era completa. “È un esempio, ha dimostra – prosegue il compagno di strada don Franco - che, al di là delle disabilità, è possibile vivere con entusiasmo, con sogni e con risultati di una vita vissuta con intelligenza e con coraggio. Un esempio raro di prospettive che superano i limiti che a volte la natura destina”.

Un giorno triste quindi per la comunità, ma anche uno stimolo a ricordare a tutti che “se in Italia l’attenzione e il rispetto per la disabilità sono diventati patrimonio comune lo si deve a persone come Marisa che, nella vita, hanno dimostrato che ogni persona è degna di rispetto e può agire per il bene di tutti”.

E siccome il tempo non cancella le buone idee, anzi le rafforza e le accompagna, Marisa continuerà nei suoi libri, da quello che ha fatto la storia (“Il lato umano” - 1996-Comunità edizioni), all’ultimo pubblicato nel 2016 (Intimo a rovescio” – Sensibili alle Foglie).

r.vit.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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