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Addio a Kenzo, lo stilista dei fiori che ha salvato la moda sfidando Levi-Strauss

5 Ottobre 2020

Un po’ di estro in meno nel mondo della moda. Il corpo era provato, stanco, ma sempre lucido e creativo. Ma il Covid lo ha fiaccato fino a spegnerlo. Se ne è andato così Kenzo Takada, per tutti semplicemente Kenzo, il primo giapponese che ha conquistato l’occidente con i suoi modelli.

Per molti era il maestro del Flower Power, gli stampati floreali che lo stilista mischiava in un'esplosione di colori alle fantasie camouflage. Un amore nato fin dal 1965, anno in cui il giovane Kenzo, quinto di sette figli, nato nel 1939 nella prefettura giapponese di Hyogo, decise di stabilirsi nella Ville Lumiere, dopo il diploma preso nella scuola di moda Bunka Gakuen, a Tokyo, che aveva appena aperto agli uomini. Parigi stregata dalla magia colorata di Kenzo, gli aveva aperto subito le porte delle sfilate, primo stilista giapponese a conquistare le passerelle parigine, in un'epoca in cui i nomi in calendario erano Pierre Cardin, Dior, Chanel.

Nel 1973, la sua sfilata a Parigi, fece rumore in un’era dominata dai blue jeans e da Levi-Strauss. Era il 3 aprile del 1973 quando il ‘Jap’ alla Bourse de Commerce aveva riunito “le vittime” della moda. Una marea umana voleva entrare, ma solo 800 furono i fortunati che poterono ammirare un guazzabuglio etnico gioioso e divertentissimo.

Le modelle indossavano maglioni grandi e voluminosi su gonne tipo tirolese in flanella grigia e abiti a pieghe con sottovesti bianche ricamate, proprio come nei giorni successivi al New Look di Christian Dior, o gli adattamenti di Anne Fogarty. Rebozo messicani, dirndl australiani, maglioni scandinavi, e un completo di lana bianca con frange per l'Abominable Snowman (l'abominevole uomo delle nevi) erano solo alcuni dei temi. Kenzo era molte cose insieme in un'anima sola. Il turismo giapponese stava esplodendo, i negozi del lusso di Parigi erano pieni di nipponici.

A Parigi Kenzo ha vissuto e lavorato ed è morto all'età di 81 anni, spegnendosi all'ospedale di Neuilly-sur-Seine a causa del Coronavirs. Il culmine del successo è negli anni Settanta. Nel 1978 e nel 1979 le sue spettacolari sfilate di moda sono tenute nel tendone di un circo e terminano con la sua entrata in scena sul dorso di un elefante. Contemporaneamente l'eclettico Kenzo realizza costumi per il teatro e per il cinema, in particolare per Rˆve après Rˆve del 1980.

Nel 1977 lancia una linea per bambini. Nel 1983 arriva una linea di abbigliamento maschile e dal 1998 firma una licenza per i profumi. La fragranza di maggior successo è senz'altro Flower by Kenzo, lanciato nel 2000. Dal 2001 seguono prodotti per la cura del corpo, sotto il marchio Kenzoki. Ma il marchio non appartiene più allo stilista che lo ha venduto nel 1993 al gruppo del lusso francese LVMH, rimanendone direttore creativo fino al 1999, sostituito dallo stilista scandinavo R.Kreiberg. Kenzo annuncia il suo ritiro dalle scene della moda nello stesso anno in cui lascia la direzione creativa del marchio da lui fondato.

"Quando sono a Tokyo, mi sento francese", aveva dichiarato al New York Times; "quando sono a Parigi, mi sento giapponese". Come la casa dove viveva, completata nel 1993, col tavolo che si trasforma in letto, una facciata europea che nasconde interni giapponesi, 1,300 metri quadrati al confine tra i quartieri della Bastiglia e del Marais. Dopo la prima sfilata di Kenzo a Parigi non passo' molto tempo prima che i negozi negli Stati Uniti notassero i suoi pantaloni larghi e le giacche oversize, i vestiti fantasia e l'occhio unico per il colore, i tessuti orientali. Kenzo non ha l'eclat di un Saint Laurent o di un Givenchy, ma le sue idee hanno influenzato gran parte del mercato dell'abbigliamento sportivo americano.

Si considerava un designer classico, non solo per le giovani - categoria che nel 2020 non conosce limiti - più per una donna che conosce il suo stile.  Attualmente alla guida creativa della maison è il designer portoghese Felipe Oliveira Baptista, direttore creativo di Kenzo dal 2019 (foto Bbc.com).

@raffaelevitali

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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