SENIGALLIA - Mille dentro il teatro, altrettanti fuori davanti a uno schermo, centinaia collegati online: il popolo della destra si è stretto attorno a Francesco Acquaroli, caricandolo come una dinamo prima che salisse sul palco. Poi, una volta ricevuto il microfono da Andrea Putzu, il consigliere regionale e amico personale del presidente che ha coordinato l’evento ‘Dire, Fare Marche’, è stato facile. “Francesco , Francesco, Francesco” urlava compatto il suo popolo, composto da amministratori, amici, imprenditori e gente comune unita dai valori della destra, di Fratelli d’Italia.
“Abbiamo davanti a noi mesi complessi ma non perché temiamo l'avversario: io vi devo dire una cosa con molta serenità: non temo nessuno”. È così che il governatore uscente annuncia la sua ricandidatura. “Non temo nessuno per due motivi: il primo è perché sono consapevole di quello che abbiamo fatto, il secondo perché so che sono circondato da una squadra straordinaria, che include tante persone comuni che ti incontrano per strada, ti danno una pacca sulla spalla, ti abbracciano, ti stringono, ti dicono mettetecela tutta, perché con voi abbiamo visto qualcosa di diverso”.
È orgoglioso il presidente. “Se passate sotto Palazzo Raffaello dopo le 21 e vedete una luce accesa, non è perché ce la siamo scordata. Semplicemente stiamo lavorando. Il mio compito, ogni giorno, è di fare il massimo affinché ognuno sia messo nelle condizioni di dare il meglio, far sì che questa grande squadra possa giocare e possa vincere e far vincere la nostra regione”.
Chiede la seconda punta di una storia iniziata 5 anni fa: “Non serve per metterci in vetrina, ma per consentire a questa regione di completare questa ricrescita, questa rinascita e di tornare ad essere definitivamente protagonista”.
Acquaroli parla dopo un lungo pomeriggio di interventi tra amministratori, avvocati e onorevoli che sono lì per un solo motivo: dirgli che è l’uomo giusto per le Marche. Il refrain per lui è semplice: “L’ago della bilancia sa dove andare, perché la buona politica si basa su risultati concreti”. Parla e ancora parla, mentre Matteo Ricci pedala tra le aree interne della regione ‘connettendo nord e sud’.
“La visione d’insieme alla Regione – ribatte Acquaroli – l’abbiamo data noi dopo 30 ani di centrosinistra. Era quello che mancava, sicuramente le problematiche ci sono e sono tante, però noi siamo molto orgogliosi sia sulla sanità che sulle infrastrutture, per il rilancio economico e il turismo. Abbiamo quattro miliardi e mezzo di investimenti e mille cantieri per far uscire le Marche dall'isolamento e da un medioevo infrastrutturale. Di questi 3 miliardi e mezzo portati dalla nostra amministrazione insieme al Governo nazionale”.
Un assist al governatore l’ha regalato alla fine Guido Castelli, il commissario alla Ricostruzione: “Negli ultimi due anni nella ricostruzione privata abbiamo liquidato il 57% di tutto quello che fino adesso era stato liquidato all'impresa del terremoto. Solo nell'ultimo anno, un miliardo e 100 milioni. Con la ricostruzione pubblica - ha chiarito il senatore - erano partiti appena il 30% dei procedimenti. Ora il 99% delle opere pubbliche sono state avviate, finanziate per 650 milioni, 630 opere pubbliche”.
r.vit.