di Raffaele Vitali
FERMO – Di Furia, Storti, Saltamartini e Acquaroli, sanità e politica, insieme per un appello chiaro: “Marchigiani, sottoponetevi a questo screening (18-23 dicembre). Potete aiutare a difendere voi stessi e gli altri, in particolare gli anziani e i più fragili. Noi riteniamo che trovare e tracciare il virus sia la più grande arma che abbiamo per ridurre la curva epidemiologica, alleviare il livello delle strutture sanitarie e mettere in sicurezza i cittadini. Questa volta serve la collaborazione attiva” ribadisce il presidente della Regione Marche.
“Lo screening serve, non ha controindicazioni. Li abbiamo comprati in Finlandia, prodotto di fascia alta del mercato. Quindi, sia chiaro che vanno fatti e sono sicuri”. A Fermo si parte domattina, al Fermo Forum, con un ordine alfabetico, diviso tra mattina e pomeriggio, fino al 23 dicembre.
“Essere negativi al test non significa girare in maniera indiscriminata. Magari lo si è in quel momento e poi la sera il virus si manifesta. Sottoporsi al tampone certifica la negatività nel momento. Normalmente lo screening costa, in questo caso è completamente gratuito. Noi in questo modo tuteleremo nuclei familiari che vorrebbero farli ma non potrebbero per il prezzo” ribadisce Acquaroli.
L’idea dello screening di massa è stata finanziata con 2milioni per i tamponi, 600mila per il personale è l’investimento della regione. “Il diritto alla salute vive di tre requisiti universalità, uguaglianza e gratuità. Tre le motivazioni dietro lo screening: “Mappare estensione del virus, verificare eventuali cluster, responsabilizzazione degli individui. Trovare gli asintomatici è fondamentale per aumentare le misure di sicurezza” prosegue Saltamartini. Del resto le Marche sono regione manifatturiera, il lavoro va tutelato.
“Non possiamo perdere altre fette di mercato. A fine anno partirà la vaccinazione dei sanitari a fine febbraio avremo i vaccini per le fasce deboli, ovvero con più di 60 anni. Grazie all’organizzazione dell’Asur, sotto la guida delle dottoresse Storti e Di Furia, facciamo anche le prove in vista della vaccinazione, dove avremo almeno un milione di persone”.
Un ruolo lo giocano i volontari delle varie associazioni e dei sindaci: “Non ci sono steccati ideologici, il sistema è compatto. Anche nella vaccinazione dei bambini 0-6 anni grazie agli spray appena arrivati” prosegue Saltamartini che rimarca il “non siamo liberi da responsabilità anche in caso di negatività”. In arrivo anche 20 nuovi posti di terapia intensiva, da 193 ai 220 previsti che saranno utili anche per abbassare l’indice RT. “IN caso di positività, subito verrà fatto un test molecolare”.
Il servizio sanità ha subito detto sì: “Questa è una rete lanciata per raccogliere i positivi, ma soprattutto ci fa studiare la regione e la tipologia di popolazione interessata. Ricordiamo che chi ha febbre, chi ha sintomi, chi è in isolamento e chi ha già un tampone molecolare prenotato non deve presentarsi allo screening. Partiamo dai grandi comuni perché è dove c’è più movimento. È un test di elevata prestazione, intercetteremo il possibile e sarà un beneficio” precisa la Di Furia.
Ma il tampone fa male? “No, fa solo un po’ di solletico nel naso. Qualcuno più sensibile avrà qualche secondo di fastidio”. Il punto chiave è che “fare il tampone – riprende la Storti – ci negativizza in un arco di tempo mirato. Quindi non perdiamo mai di vista il concetto di distanziamento, igienizzazione mani e distanziamento”.
Mappare la regione permetterà in prospettiva alla Regione, quindi alla politica, eventuali azioni mirate in caso di mini cluster. “La speranza è di controllare il 70% della popolazione dei capoluoghi, che in totale ne contano 350mila. Da qui l’uso di aree molto grandi e inserire più postazioni. Il flusso sarà uguale per ogni area vasta. Il cittadino arriva con il consenso informato, da scaricare dal sito dell’Asur e dei Comuni”.
In attesa delle prossime fasi, “presto daremo le indicazioni, decideremo un nuovo calendario prima di fine anno e ripartiremo con i 15 comuni con più di 20mila abitanti, magari ragionando su spazi comuni”, coinvolti sono nelle cento postazioni circa 800-1000 operatori in azione a cui si aggiunge la Protezione Civile.