Approda su Rete 4 il governatore Francesco Acquaroli. La terza uscita televisiva sui canali nazionali in pochi giorni. È evidente che la discesa in campo di Matteo Ricci abbia spinto il presidente della regione Marche a un impegno mediatico maggiore, senza rinunciare al suo modo di lavorare che è riassunto nello slogan che sabato accompagnerà il suo discorso di presentazione della nuova campagna elettorale: Dire, fare Marche.
La decisione di Trump di sospendere per 90 giorni l’aumento dei dazi, “la gente era spaventata” ha dichiarato il presidente americano, è inevitabilmente il tema di discussione con Paolo Del Debbio a ‘4 di sera’. “Dobbiamo difenderci” esordisce in trasmissione l’onorevole Dem Lia Quartapelle.
Subito supportata dalla dura l’analisi del prorettore del Politecnica, Noci, non parla di scherzi a parte, “perché la capacità di eloquio di Trump è quella di un bambino di 9 anni e sta portando il mondo in un quadro di tariffe superiore a quelle della Grande Depressione. Solo che il livello di interconnessione è tre volte e mezzo".
Secondo Noci, "il danno che Trump sta arrecando è per cominciare agli Usa: il presidente è seduto su una bomba atomica di natura economica, i 36 trilioni di dollari di debito pubblico, che sono dieci volte il prodotto interno lordo dell’Italia, li puoi gestire se sei ritenuto un paese sicuro e il dollaro è la moneta di riserva, ma nel momento in cui comunica cambia idea in poche ore, come fa a essere credibile e sostenere il debito?”.
Regione che esporta, le Marche meritano una riflessione nazionale. Acquaroli fa il pompiere: “Arrivo dal Salone del Mobile, dopo il Vinitaly, i toni di allarmismo vanno evitati. Ho incontrato decine di imprenditori, tutti sono concordi che vanno evitati i contro dazi, una guerra commerciale può portare danni e innescare meccanismi poi irreversibili".
Il presindete delle Marche non ha dubbi: "Bene ha fatto la Meloni che ha cercato la via diplomatica, prima un accordo in Europa e poi con la Casa Bianca: questa è la strategia giusta per gli interessi della nostra economia, che significa occupazione. Tutti gli imprenditori chiedono senso di responsabilità e di evitare la crisi isterica. La presidente Von der Leyen ha seguito la linea italiana e cerca una soluzione percorribile poi vedremo, il tema della competitività e della sburocratizzazione e del green deal, che è un auto dazio, va affrontato”.
Trattare quindi, ma chi lo può fare? “Si negozia con la pistola sul tavolo. Non per usarla, ma per far capire. E poi dobbiamo investire sul lavoro a livello europeo, cosa che richiede un lungo periodo. Competitività, innovazione, ripensare le imprese: l’Europa deve farlo e farlo ora” ribadisce Quartapelle. Il tutto ricordando sempre di tutelare i lavoratori.
“IL Governo ha stanziato 25 miliardi per la competitività delle imprese, per resistere sul mercato e mettere in campo strategie per rispondere ai dazi. Se noi non tuteliamo il sistema è difficile garantire il lavoro dei dipendenti. A cui tutti noi siamo legati e comprendiamo che i salari bassi sono un problema, ma se non difendiamo le imprese non difendiamo il lavoro e poi creiamo un problema al Paese e facciamo saltare il sistema sociale” ha concluso Acquaroli.