“Non c'è porto sicuro per il marinaio che non sa dove andare. Ci sono cambi repentini di strategie che ci lasciano un po’ perplessi. Credo che l'esasperazione che si vive con la crisi economica, la paura dal punto di vista sanitario e il timore per il futuro, siano già forti dando un messaggio chiaro, quando il messaggio non è chiaro, non è fondato su una consapevolezza di quello che ci aspetta e su che cosa dobbiamo fare, diventa tutto ancora più difficile per tutti.
Chiamerò ancora il ministro Speranza? A questo punto aspetto le comunicazioni perché il dialogo, l'interlocuzione deve fondarsi anche su una linearità: diventa difficile confrontarsi, con tutto il rispetto per tutti, con un cambio di repentino rispetto alle strategie: da ottobre a oggi abbiamo visto diverse situazioni che si accavallavano.
Ripeto non è facile arrivare a dare un messaggio univoco in queste condizioni. La chiusura arancione, la chiusura rossa, l'apertura e la chiusura per le feste, il divieto di passare da comune a comune diventa un sistema di comunicazione irricevibile per le persone.
Per comunicare con le grandi masse, bisogna essere semplici e secondo me è quello che non si sta facendo in questo momento, non c'è quella linearità”.
Francesco Acquaroli, presidente regione Marche