*Destagionalizzazione, filiera istituzionale, omogeneità territoriale, identità regionale: ecco gli aspetti chiave del turismo delle Marche.
Quest’anno la stagione parte in anticipo, grazie alle benevole condizioni climatiche e sarà una buona stagione seppur di transizione, in relazione alle dinamiche politiche progettuali regionali. Responsabile la pandemia, che ha condizionato la programmazione anche nei primi mesi di quest’anno. Le incertezze legate ai provvedimenti presi per il contenimento del Covid non hanno permesso una pianificazione come ci saremmo aspettati ma adesso ripartiamo, uniti e con una visione comune.
C’è tanto da fare per essere competitivi sul mercato ed acquisire centralità. Abbiamo già cominciato a ragionare in termini nuovi.
A supporto dell’analisi sul sistema turistico marchigiano, c’è la ricerca realizzata dalla società SWG per l’Osservatorio turistico regionale, dal titolo “Il nuovo sentiment del mercato italiano e le opportunità per le Marche”, da cui emergono questi trend di richiesta: relax e tranquillità, natura, arte e cultura.
Stando a questo, la nostra regione, nel panorama turistico futuro, troverà il suo palcoscenico ideale. Queste nuove opportunità richiedono però organizzazione. Dobbiamo operare in sinergia tra territori. La visione deve essere quella di una regione omogenea, dove le diversità territoriali diventano opportunità da gestire insieme.
Il turismo è cambiato non è più quello degli anni ’70, focalizzato su quello balneare e familiare. L’eccellenza balneare la abbiamo ed è riconosciuta a più livelli, basti pensare alle Bandiere blu che quest’anno sono 17, avendone guadagnata una in più. Assieme al balneare, dobbiamo promuovere una proposta turistica che si integra con l’entroterra per un’offerta non di massa di qualità.
Solo così riusciamo a dare il dovuto risalto a tutte le nostre peculiarità. Dobbiamo riscoprire e puntare sulle nostre specificità che, proprio in una regione declinata al plurale, sono varie e numerose, dando lustro alla nostra identità, a cui spesso ed erroneamente abdichiamo.
Vorremmo una stagione sempre più lunga, ma dobbiamo lavorare di più, specialmente sul versante infrastrutture che ancora penalizza le Marche. così come la ricostruzione. I territori del cratere sismico, dove si registrano ritardi nella ricostruzione, caratterizzano profondamente le Marche. Sono uno scrigno di bellezze paesaggistiche, culturali ed enogastronomiche, capaci di veicolare un’offerta ricchissima. Purtroppo molti centri cittadini attendono ancora il rientro degli abitanti nelle proprie case e senza la gente non si riesce ad offrire servizi.
Bisogna dunque accelerare sulla ricostruzione, con il massimo coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali, ed allo stesso tempo creare azioni di rilancio turistico. Il turismo può rappresentare l’elemento di attrazione non solo per i residenti ma anche per i visitatori; il vero valore aggiunto per ridare vita a questi territori.
*Francesco Acquaroli, presidente Regione Marche