FERMO – La Pasqua in rosso, e poi? Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Emilia Romagna e Puglia sono le sette le regioni italiane contrassegnate in rosso scuro nell'ultima mappa di rischio per il Covid-19 dal Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc). Fascia in cui rientrano anche Ungheria e Repubblica Ceca, oltre alla Svezia e buona parte di Francia e Austria.
A fronte di questo quadro, il presidente Francesco Acquaroli continua a chiedere il massimo impegno ai cittadini, ma anche al Governo come riporta l’agenzia Dire, Acquaroli ha ribadito che “c'è un'esasperazione che non riusciamo più a trattenere perché oggettivamente non si riesce a capire il senso di alcune chiusure imposte ad attività che potrebbero lavorare tranquillamente in sicurezza anche in zona rossa".
Tra le tante parrucchieri ed estetisti, ma si discute anche sui ristoranti. “Noi cerchiamo sempre un filo istituzionale molto forte con il Governo perché gestire una pandemia non è sicuramente un impegno facile, quindi più forte è il senso delle istituzioni che riescono a dialogare migliore è la risposta sul contenimento della curva epidemiologica, della campagna vaccinale, dei ristori e di altre questioni".
È importante l'interlocuzione ma sono importanti anche le risposte. "Alcune categorie in mancanza di ristori e in mancanza della possibilità di lavorare non riescono più ad avere una prospettiva e a capire quello che devono fare nella propria vita" ribadisce il governatore.
Sulla situazione marchigiana vuole essere ottimista: “Serve maggiore chiarezza. Nelle Marche siamo in una fase in cui la curva sta scendendo rispetto a tre settimane fa quando c'era un'ondata molto forte. La pressione sulle terapie intensive è molto elevata mentre sta calando la pressione sui Pronto soccorso. Nei prossimi giorni ci aspettiamo cali anche nelle terapie intensive e nelle semi intensive. Non dimentichiamo che la terza ondata è arrivata quando la seconda non era ancora passata".
Raffaele Vitali