PEDASO – Si fa, non si fa. Il mistero sull’A14 prosegue. In base a chi parla, c’è una soluzione differente.
Sul potenziamento dell'A14, in particolare nel tratto a sud delle Marche, che oggi è garantito da due corsie, il sottosegretario al Mit, Edoardo Rixi, ha spiegato che "un tema che va affrontato, perché' oggi non è previsto come investimento da parte del concessionario. Abbiamo chiesto di fare uno sforzo di volontà, anche con la Regione Marche e di capire quali possono essere le prospettive: nasceranno degli studi, poi vedremo quale cosa sarà tecnicamente possibile.
È chiaro che dove ci sono opere importanti, come gallerie e viadotti, è difficile pensare a un allargamento della sede stradale, dovendo per altro lavorare con l'autostrada aperta al traffico".
Rixi si è soffermato sui tanti incidenti stradali costati vite umane nel tratto marchigiano dell'A14: “Quando si cantierizza a traffico aperto - ha sottolineato - il rischio sia per gli utenti sia per chi lavora all'interno del cantiere è particolarmente elevato; questo è un aspetto che ci interessa moltissimo poiché in alcune aree, tra cui anche la Marche, non ci sono alternative rispetto alla sede autostradale. Ipotizzare di chiudere l'autostrada per fare i lavori diventa sostanzialmente una strada impraticabile”.
Quindi bisogna cercare di rivedere alcune regole in alcuni cantieri. “Però se da una parte ridurre il numero di cantieri migliora la situazione del traffico, dall'altra è vero che dilata i tempi di esecuzione dei lavori stessi. Il rischio è non vedere mai la fine di questi lavori, perché quando si finisce di mettere a posto l'ultimo pezzo - ha proseguito il viceministro - è ora di rimettere mano a quello che è stato completato per primo e via discorrendo. Dobbiamo allora confrontarci e capire, rispetto alla situazione marchigiana come riuscire a ad alleggerire il traffico della rete autostradale, ma servono prima alternative”.
Il viceministro delle Infrastrutture ha poi aggiunto: “Il potenziamento del sistema portuale di Ancona per noi è importante perché rappresenta una porta di entrata nel centro Italia direttamente dal mercato balcanico. È uno dei temi, poiché sappiamo che in futuro quando questa guerra finirà, uno degli aspetti sarà quello della ricostruzione dell'Ucraina e di rilancio e stabilizzazione di tutto l'est Europa. Per cui, a mio avviso il mare Adriatico potrebbe essere protagonista in questo, così come la portualità marchigiana”.
@raffaelevitali