PEDASO – Roberto Tomasi, amministratore delegato di Società Autostrada, è stato ascoltato della VIII Commissione della camera dei Deputati per parlare dei problemi che da anni attanagliano il tratto marchigiano.
“Da parte di Aspi sono arrivate rapide soluzioni sia per la viabilità sia, soprattutto, per la sicurezza (più segnaletica, ndr) ma che non sono assolutamente risolutive. C’è stata una parziale definizione di fine lavori secondo il loro cronoprogramma ed è emerso che entro il 2023 verrà ultimato il tratto Nord mentre per i successivi cantieri che insistono sul territorio Marche dovremo attendere almeno fino a giugno 2024” spiega l’onorevole Francesco Battistoni che della commissione è vicepresidente. Nel dettaglio entra poi lo stesso Ad.
Tomasi, situazione A14?
“Il nostro piano per l'ammodernamento e il potenziamento della rete autostradale incontra in questa fase una disponibilità del Governo a semplificare le normative per minimizzare gli impatti dei cantieri sulla mobilità, alla luce delle nuove esigenze che si presentano in un contesto in continua evoluzione".
Quale è il vostro piano?
“La rete autostradale, strategica per il sistema-paese, presenta livelli di saturazione oltre i limiti: questo ci dice che il sistema non ha la capacità di sopportare una tale azione di cantierizzazione, resa necessaria dalla vetustà della rete. La questione della saturazione interessa circa 2000 chilometri su territorio nazionale, ovvero più del 30% della rete: di questi, ben il 65% sono in gestione di Aspi. Con riferimento a questo perimetro, sulle direttrici di competenza Aspi insiste il 90% di tratti in galleria e il 60% su viadotti".
Quindi, come agire?
“L'infrastruttura necessita di attività di rigenerazione non derogabili e, allo stesso tempo, lavorazioni di una complessità con pochi eguali. La rete della regione Marche si caratterizza per una particolare complessità orografica e, di conseguenza, complesse sono le cantierizzazioni previste dal piano per la A14. Sui circa 40 km a sud delle Marche si concentrano 22 fornici e 52 viadotti, rispettivamente il 21 e il 35% della lunghezza della autostrada in quei territori. Ad oggi abbiamo predisposto le lavorazioni cercando, ove possibile, di ridurre il più possibile l'impatto sul territorio: le fasi successive saranno eventualmente rimodulate sulla base degli esiti che verranno dal confronto istituzionale previsto".
Ma la potenzierete l’A14?
“Alla luce anche degli impatti di questo piano di ammodernamento, il potenziamento diventa sempre più necessario, ma attualmente non è previsto nel Piano economico-finanziario della società . Ma stiamo facendo valutazioni per capire sia gli impatti economici sia le soluzioni perché il potenziamento in sede, specie dove ci sono le gallerie, non può essere fatto in tutti i casi. Stiamo studiando allargamenti anche fuori sede. A oggi abbiamo fatto uno studio di pre-fattibilità, ma dobbiamo valutare come quel tracciato sia compatibile con le antropizzazioni che ci sono nel luogo. È una fase di confronto che stiamo portando avanti con Marche e Abruzzo. Ribadisco che il potenziamento non c'è nel Piano economico finanziario ma, se c'è un interesse, nella rivisitazione del Piano dobbiamo trovare spazio e modalità per sostenere un'opera di questo tipo".
Cosa pensa dei tanti incidenti?
"Sull'incindentalità non siamo voluti entrare nelle dinamiche per la gravità. Non vogliamo dare indicazioni sulla dinamica ma il rispetto dei limiti di velocità e dei vincoli che devono esserci, specialmente nell'incidente di gennaio. Il rispetto dei limiti di velocità diventa una condizione fondamentale".
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