PORTO SAN GIORGIO – Stanchi, delusi, arrabbiati, ma responsabili: ecco gli imprenditori del settore trasporti del Fermano-Piceno che ogni giorno subiscono, come e più dei cittadini, le interminabili code della A14. Un settore che conta su un migliaio di addetti e oltre 30milioni di fatturato. “Siamo stanchi, così è invivibile. L’economia è strozzata ogni giorno” sottolinea Enrico Cognigni, presidente della sezione trasporti di Confindustria Centro Adriatico.
“Camion bloccati in autostrada, ritardi nelle consegne, situazioni di stress che aumentano per i nostri autisti: la situazione è ancora più complessa rispetto a un semplice danno economico”. Per l’imprenditore però un’azione eclatante è difficile da immaginare: “Le aziende hanno bisogno dei nostri servizi, discutiamo da tempo anche con altre associazioni se fermarci, se provare a bloccare le strade. Ma poi vince il senso del dovere. il momento è delicato e nessuno vuole arrivare a tanto”.
Cognigni manda un messaggio, una prima richiesta: “Almeno un azzeramento dei pedaggi da Pescara ad Ancona. Sarebbe un segnale minimo, un riconoscimento dei disagi che noi subiamo per l’incapacità di chi guida società e Stato. In poche settimane siamo passati da eroi, come ci definiva la ministra Paola De Micheli durante il lockdown, a dimenticati: inaccettabile”.
La verità è che i danni prodotti da questa situazione son destinati a crescere, giorno dopo giorno: “Il periodo del Covid ha portato a un calo del 30% del fatturato e ora i nuovi blocchi sulla A14, che si ripercuotono sula Statale, faranno solo peggiorare il quadro economico. A nessuno di noi piace intasare le strade dentro le città, aumentando l’inquinamento e i disagi, ma o ci si ferma, perdendo il lavoro, o bisogna per forza trovare le strade alternative per andare avanti. Purtroppo non tutti comprendono cosa significhi consegnare in ritardo la merce o quanto incida una coda sui consumi del gasolio”.
Cognigni aggiunge: “L’autotrasporto sta scontando insoluti e mancanza di liquidità dei clienti. Aumentare i costi, a causa delle continue code, creerebbe ancora più problemi gestionali. La crisi del distretto fermano si ripercuote anche sulle consegne, così come, se penso al Piceno, l’assenza di ordini nella meccanica che peserà sull’autunno”. La prima richiesta alla politica è quella di “liberare l’autostrada, cominciando dai sequestri. È incredibile che in un anno si ricostruisca un ponte a Genova e in anni non si riescano a finire dei lavori nelle gallerie o sui guardrail. Se ci penso che un anno fa stavo dicendo quasi le stesse cose è inaccettabile. Noi parliamo per l’autotrasporto, ma anche per il turismo che subisce le conseguenze”.