FERMO – Una delle foto del Natale è quel cartello, in A14, che dice: Pescara 360 minuti. Posizionato poco prima di Ancona Sud è l’emblema di quello che il povero automobilista avrebbe trovato davanti a sé dovendo affrontare il tratto autostradale tra le province di Fermo e Ascoli Piceno. L’imbuto d’Italia è qui. Merito di un giudice di Avellino, che ha posto sotto sequestro una serie di viadotti, merito di società autostrade, per troppo tempo indecisa sull’intervenire o meno, merito del Ministero delle Infrastrutture, dall’ex Toninelli all’attuale De Micheli, inerme di fronte a questo stallo, impegnato solo a decidere se revocare o meno le concessioni.
“È stato un incubo. Sono partito da Ancona Sud attorno alle 15.30 e sono arrivato a casa, a Città Sant'Angelo, alle 22.30. Dopo quattro ore di autostrada percorsa a passo d'uomo, verso le 19.45 sono uscito al casello di Pedaso (Fermo) e da lì, percorrendo la statale 16 (intasata a sua volta, ndr), ho impiegato due ore e tre quarti per arrivare a casa” commenta Lorenzo Planamente, abruzzese che lavora ad Ancona, intervistato dall’Ansa. Sette ore al posto di 90 minuti. “Non c'erano uscite consigliate, solo prima di Civitanova sui tabelloni c'era scritto '22 chilometri di coda’. Ma mica era vero, saranno stati almeno 50 km. È assurdo dover pagare il pedaggio, che è tutt'altro che economico, per dover vivere un'esperienza di questo tipo” ribadisce.
E sulla stessa lunghezza d’onda, ma politica, è il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro: “I nostri territori non meritano questo spettacolo vergognoso: lo doveva prevedere chi ha emesso questo provvedimento senza sentire nessuno, lo dovevano limitare Autostrade e Ministero con un lavoro senza pausa su rimedi e relative autorizzazioni. Penso che questo sia uno specchio preciso di come questa nazione si stia ormai incartando su se stessa: tra burocrazie, inadeguatezze, protagonismo. E nessuno che possa riuscire a riformare il Paese con competenza, convinzione e visione. Sono amareggiato...”.
Un tentativo il sindaco di Fermo lo aveva fatto insieme ad altri primi cittadini, presentando la richiesta di dissequestro un mese fa. Ma nulla. E ora, in attesa che domani società Autostrade avvii il soprallugo necessario per il cantiere per la sostituzione delle barriere, tutti restano con il dubbio: saranno riaperte le due corsie, come anticipato dalla Prefettura di Fermo, o sarà ancora di più ristretta la carreggiata per garantire la sicurezza degli operai, come sostenuto da Autostrade?
Sta di fatto che il caos, per oggi assente, tra il domani e la vigilia è di nuovo atteso. Nessuno alza la voce, le Marche, come spesso accade, restano un buco nero mediatico e politico a livello nazionale. "Non è ammissibile procurare un danno economico così ingente al nostro territorio - chiosa Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli Piceno - sarebbe sacrosanto almeno non far pagare il pedaggio agli utenti vista l'imbarazzante situazione che ogni giorno si trovano a dover affrontare. Urge ripristinare in maniera tempestiva una viabilità quantomeno regolare. Ne va della credibilità, della dignità e soprattutto del futuro dei nostri territori".
Raffaele Vitali