PORTO SAN GIORGIO – “La Giunta ha approvato una delibera per avviare i lavori per la creazione del museo del basket”. Una iniziativa nata dopo un lungo confronto con alcuni protagonisti della storia cestistica di Porto San Giorgio. “La pallacanestro in questa città, dai primi decenni del 900, è un punto di riferimento” sottolinea il sindaco Nicola Loira.
La città che rimbalza ha voglia di ricordare, mancando per ora un presente e un futuro di livello. Tanti i protagonisti insieme con il sindaco: l’assessore De Luna che guida lo Sport e il gruppo di lavoro composto da Gianluca Tomassini, Luca Marani e Pino Rutolini. A loro si è aggiunto Emanuele Frontoni, oggi professore dell’università di Macerata, che da tempo è un riferimento per l’amministrazione dai banchi della Politecnica.
Non sarà una semplice stanza, “ma il modo per non disperdere il patrimonio materiale che in tanti custodiscono nelle abitazioni. Un patrimonio che ha contribuito allo sviluppo della città. Prima la pinetina, poi l’arena Europa, la palestra Baldassari e il palazzetto dello sport. Come abbiamo recuperato la tradizione marinara, così facciamo con il basket” prosegue il sindaco.
La città è partita con Gino Paladini ai primi del ‘900 e, passando per Elio Tomassini, si muove tra tantissimi personaggi dalla politica al campo, dalla dirigenza al coaching. “Ci siamo sempre confrontati con realtà più grandi. Eppure questa città, scelta anche come Casa Italia dalla Federazione, ha espresso un presidente della Lega, Valentino Renzi, uno dei miglior coach italiani, Cesare Pancotto, arbitri e tanti giocatori che hanno permesso di arrivare in serie A a una piccola comunità come la nostra”.
L’obiettivo ora è avere in regalo materiale. “La società operaia mette a disposizione una stanza per svolgere l’attività di raccolta e catalogazione. Basta scrivere una mail a museodelbasket@comune-psg.org o chiamare allo 0734680308”. Il museo sarà fisico e multimediale.
Emanuele Frontoni non riesce mai a dire di no alla sua città adottiva. “A Macerata c’è un corso in comunicazione sportiva, una eccellenza, in cui i giovani impareranno dai migliori. E i giovani del corso saranno il braccio operativo, raccontando e digitalizzando i contenuti che in maniera disordinata si trovano sui social o nelle case. Il primo compito della stanza è diventare un laboratorio di digitalizzazione. Noi vogliamo riunire immagini, video e la digitalizzazione degli oggetti”. Terminata la catalogazione, verrà realizzato il museo multimediale, entro il 2022, in attesa di quello fisico.
Il sindaco ha già una idea anche sul luogo da destinare. “Lo sguardo del museo va verso Rivafiorita, un luogo che non ha mai avuto una vera destinazione. Chiaramente molto dipenderà dal materiale che verrà raccolto”. Frontoni è convinto che sarà un successo: “Le prime ricerche fatte dimostrano la non presenza di un vero museo del basket in Italia. Vogliamo quindi creare il primo e più grande museo digitale e consultabile in maniera libera, in modo da far condividere la storia locale”.
Si potrà poi guardare fuori Porto San Giorgio, perché il museo può parlare alla Regione, a cominciare da Pesaro. “Sarebbe bello replicare l’esperienza fuori dalla nostra città”. Intanto, però, è il basket sangiorgese che va raccontato. E lo farà Luca Marani, che da giornalista ha seguito la crescita della Sangiorgese. E anche l’arrivo della Sutor con la serie A1.
“Elio Tomassini, quando vincemmo l’argento nel 1980 a Mosca, era l’accompagnator della Nazionale. Un uomo che ha portato tutti i più grandi in città. A questo aggiungiamo i luoghi, come l’arena Europa, che è stata per anni d’estate il riferimento per i cestisti americani che volevano farsi scegliere dalle squadre italiane. Due piccoli esempi che dimostrano come questa città sia da sempre un luogo di basket”.
Marani cita anche un articolo di Aldo Giordani su Superbasket “che ricordava la partita tra Milano e Porto San Giorgio che si giocava sullo spazio che oggi è il centrale del circolo tennis, sulla terra, con la pioggia che rese la palla pesantissima. Tutto questo verrà raccolto ed è bellissimo”.
Che ci sia storia è palese. Un esempio, Rutolini e Tomassini hanno arbitrato Arvidas Sabonis, in amichevole alla Baldassarri con la nazionale Lituana. “Non perdonerò mai chi ci ha tolto la Sangiorgese Basket, la nostra tradizione, unica e riconosciuta. Da 26 anni siamo senza una squadra di alto livello, eppure tutti ci ricordano per questo” ribadisce Rutolini che nella delusione per scelte sbagliate del passato trova la forza per lavorare e tramandare la memoria nel futuro.
La chiosa è di Cristian De Luna: “Sono certo che anche per i giovani sarà un riferimento. Un modo per vivere e imparare la nostra storia. Questo è anche l’anno del centenario dell’Unione sportiva sangiorgese che nacque come un contenitore di più discipline. Lanciare questa iniziativa ora ha ancora più significato”.
Raffaele Vitali