di Raffaele Vitali
MONTEGIORGIO – Una immagine diversa delle donne quella raccontata da Claudio Colotti. Il fotoreporter partito da Pollenza con il suo obiettivo ha saputo fermare i momenti in cui i volti femminili diventano simbolo della lotta per i diritti. Che sono tanti e differenti. Soprattutto sono per tutti.
La giornalista Chiara Fermani, curatrice della mostra, dopo aver portato a Montegiorgio prima le foto di Letizia Battaglia e poi quelle di Cicconi Massi, ha trovato il terzo tassello del puzzle in ‘Maree – Donne in rivolta’. Ha voluto, insieme con l’assessora alla Cultura Michela Vita, Colotti protagonista della mostra che per due settimane ha accompagnato Montegiorgio e il territorio verso il mese simbolo del mondo femminile, marzo. Quello di Colotti è un lavoro che non ha confini, i suoi scatti hanno immortalato i corti a Napoli, Roma, Bologna, Ancona, Civitanova, Perugia .
La macchina fotografica si è mossa come la pallina di un flipper, velocemente ma mai a caso, perché il percorso ha sempre mantenuto chiaro l’obiettivo: mostrare i volti di chi senza paura è scesa in strada per dire ‘no’, ma anche per proporre. Sono le due anime delle manifestazioni: “Ho voluto raccontare la volontà femminile di cambiare tutto in un momento in cui il resto delle realtà politiche e sindacali si sono appiattite nell’accettazione dell’esistente” spiega l’autore.
Chiara Fermani ha messo in campo la sua passione per la fotografia e la competenza di chi ha imparato, mossa dal desiderio di conoscere, a capire uno scatto, a cogliere l’essenza dietro quel bianco e nero che gli autori prediligono. Perché il colore dà, ma spesso può anche coprire. Invece i volti scavati delle donne urlanti, quelli calmi prima di un bacio, quelli coperti dalle mascherine che hanno indossato per difendere il proprio diritto anche durante la pandemia, quelli segnati dallo sforzo di alzare con braccia esili e forti cartelli con i cartelli che difendono posti di lavoro e libertà sanitarie, mostrati nella loro immediata naturalezza fanno sentire il visitatore parte della manifestazione.
“Ho girato per anni tra cortei e proteste (2019-2023 il periodo in mostra a Montegiorgio fino al 28 febbraio, ndr) e ho conosciuto più che madri delle creatrici: creatrici di un modo differente di intendere la vita sociale e affettiva, creatrici di un nuovo modo di intendere al sessualità e il lavoro; creatrici di un nuovo modo di essere cittadini” prosegue Colotti.
Quel modo che piace a una amministrazione aperta alle arti e al pensiero, come è quella guidata da Michele Ortenzi che ha in un team di assessore il suo punto di forza. Un’amministrazione che ha saputo scegliere il miglior contenuto, anche politicamente difficile, per il contenitore più bello, quel palazzo Sant’Agostino restaurato e donato di nuovo alla comunità.