di Raffaele Vitali
PEDASO – Boom, boom, boom. Pedaso spesso si sveglia nel fine settimana al ritmo di un tamburo. Un suono che si sposta, pagaiata dopo pagaiata, in mezzo al mare.
Le persone si fermano incuriosite, attratte da quel ritmo costante e da quella strana canoa da dieci posti con una testa e una coda. È il dragon boat e a remare sono le dragonesse. Ma chi sono? “Donne operate di tumore al seno che hanno trovato nello sport e nel fare squadra un perno fondamentale del recupero post malattia” spiega Stefania Teodori, responsabile del progetto reso possibile dal Kayak Picenum del presidente Emiliano Pasquini.
Arrivano da tutta la provincia di Fermo le dragonesse, qualcuna anche dal Piceno. “Sembrava un sogno questa squadra, è diventata realtà” ricorda il presidente del Kayak Picenum e non può fare a meno di sorridere il primario di Oncologia del Murri, Renato Bisonni, che un anno fa parlando con Stefania ed Emiliano della possibilità non si immaginava che ce l’avrebbero fatta in così poco tempo e invece ecco il super team di 28 dragonesse che si allenano ormai da qualche mese, dentro e fuori dall’acqua, in vista della gara nazionale che coinvolgerà i dragon boat di mezza Italia, e che si terrà per la prima volta nelle Marche, dove già è in azione un team a Falconara.
“Sono un medico ma sono anche il presidente della Lilt, l’associazione che si muove dietro questo progetto a livello nazionale. Ci sono motivi sanitari importanti dietro questa iniziativa. L’attività fisica migliora l’outcome, quello che ci attendiamo dopo aver superato la malattia. Il problema – ribadisce Bisonni - è che le donne colpite ogni anno aumentano, ma allo stesso aumentano quelle che lo superano. Quindi mi aspetto una squadra sempre più grande. Intanto grazie par aver reso vero e colorato il progetto”.
Ma Stefania, con la capitana Barbara, non teme la crescita del gruppo. Soprattutto se non mancherà il supporto di istituzioni e privati: “Ci piacerebbe un dragone da venti posti. Noi ne abbiamo uno da dieci, comprato grazie a una donazione di un generoso privato alcuni anni fa che ha dato modo agli istruttori di mettersi a disposizione” spiega Stefania Teodori. Un altro paio di generosi imprenditori hanno donato le divise e la Decathlon le supporta dal punto di vista tecnico.
La grande canoa con testa e coda è diventata dagli anni ’70, dopo lo studio del dottor McKenzie, un mezzo di riabilitazione scientifico: l’attività sportiva ha evitato la formazione del linfedema “e ho notato un importante miglioramento psicologico”. In Italia ci son 30 squadre, alla presentazione del team di Pedaso non sono mancati i responsabili di Falconara, che per prime hanno aperto la strada alle dragonesse.
“In squadra donne operate al seno e non, ci sono anche delle supporter. E poi gli istruttori che hanno subito detto sì, a cuore aperto. Con noi, fondamentale, la dottoressa Rachele Zeppilli, fisioterapista, che ci sta allenando per essere pronte al dragone” prosegue Stefania. “Siamo cariche, lavorare in queste condizioni è facile” sorride Rachele.
Il sindaco di Pedaso, Vincenzo Berdini, ascolta stupito. Il progetto lo ha conquistato subito e con lui il vice Galasso e l’assessora D’Angelo. Le dragonesse hanno bisogno di spazi per allenarsi, hanno superato l’inverno grazie al supporto del circolo nautico, ma ora sono in 28 e come ha detto Bisonni destinate a crescere.
La sala polivalente sarà la soluzione: “Un anno fa sembrava un progetto utopico, oggi siete una grande squadra. Abbiamo portato in giunta la delibera per intervenire sul deposito provvisorio. Ci siamo raccomandati col circolo nautico, ci siamo messi a disposizione. Ora so che siete un numero davvero importante, ci organizzeremo nel modo migliore peer farvi usare dall’autunno la sala polivalente. Vogliamo venirvi incontro”.
La rete attorno al progetto che unisce sport, sociale e salute cresce. Tra allenamenti a terra coordinati dalla fisioterapista, le ore di yoga regalate dalla dragonessa Silvia, e la pagaiate al ritmo del tamburo ascoltando Stefania, le donne “che hanno attraversato la malattia, ognuna in modo diverso, che l’hanno affrontata e superata, hanno unito le imperfezioni rendendo la squadra ancora più forte perché frutto di tante qualità differenti”. Le parole sono della capitana, Barbara, che ha parlato a nome di tutte.
Sono pronte le dragonesse, se imprenditori e politica sapranno stare al loro fianco, la prima gara sarà solo uno step di un percorso destinato a crescere, perché c’è sempre una donna in più, che combatte la malattia o amica, che ha bisogno di sentirsi parte di qualcosa di grande. I consiglieri regionali Putzu e Marinangeli hanno assicurato vicinanza, la presidente regionale della Pari Opportunità Vitturini si presenterà a un allenamento.
Descrivere quello che accade ogni sabato e domenica non è facile, meglio fare una passeggiata a Pedaso. E se proprio non si ha tempo, i video di Sandro Grifi, “l’uomo dei droni”, aiuteranno a capire quanto un dragone può essere bello.