FERMO – “Sorridere, sorridere e ancora sorridere’. Rosanna e Luciana Interlenghi sono felici. Dentro la biblioteca Spezioli si chiude un cerchio con la donazione della collezione delle opere di Danilo Interlenghi, noto vignettista di caratura nazionale e corrispondente per anni del Messaggero.
“Abbiamo acquistato appositi contenitori, scelti ad hoc, per l’importanza di questo regalo che viene fatto alla città”. È emozionato Francesco Trasatti: “Nella mia infanzia, essendo andato a scuola con Laura, nipote di Danilo Interlenghi, ho potuto vivere la casa dell’artista, ho potuto conoscerlo, legarmi a lui. Quindi è come un cerchio che per me si chiude, essere l’assessore che con riconoscenza, ricordo e ammirazione porta a compimento la donazione”.
Un vero regalo a Fermo. “Un patrimonio che tutti amano: umorismo, signorilità, classe e raffinatezza dentro il lavoro di Danilo Interlenghi. Un artista che da fermo ha raggiunto ogni angolo dell’Italia” aggiunge Trasatti. E il patrimonio sarà a disposizione in biblioteca. “Ma stiamo ragionando anche su appuntamenti che possono servire a valorizzare i suoi disegni”. Immagina quindi delle mostre, anche brevi come quella che sta organizzando Paolo Marinozzi, direttore del cinema a pennello di Montecosaro.
La figlia Luciana incassa le belle parole: “Noi figlie siamo cresciute con l’idea che il lavoro è la base di una sincera vita. ‘Nonno Nino’ come lo chiamano i nostri figli ci ha insegnato il rigore. Lui lo metteva a scuola come da giornalista. Tanti i grazie, in particolare la direttrice che ha sopportato tutti miei dubbi. Ne ho avuti, sono molto gelosa dei lavori di mio padre. Lui chiese di non disperdere le sue opere, i suoi premi, quello che lo circondava nel suo studio. Quando sono stata certa che la dottoressa Leonori ci credeva, ho visto doveroso con tutta la famiglia dare alla città i lavori. Se li teniamo nel cassetto non servono a niente, vogliamo dare la possibilità ai giovani umoristi di poter studiare”.
Sono in tanti quelli che scrivono alla famiglia via social chiedendo di poter vedere le carte. “Penso a Marco Martellini, marchigiano d’adozione, che ‘papi’ definì suo erede. Uno che ama fare caricature personali, come mio padre che guardava, osservava e si divertiva. E il divertimento ce lo ha restituito. Come potevo fermarmi? Ci sono musei anche vicini dedicati all’umorismo, penso a Montelupone, ma Fermo era casa sua. Mio padre è la mia forza, da sempre. Giocondo Rondoni con l’amico Antonio Zappalà si sono sporcati con la polvere di casa per studiare le sue carte, i lavori. Hanno cesellato tutto, riuscendo a capire anche cosa fosse un originale o cosa una fotocopia”.
La sorella Rosanna usa poche parole: “Per lui questi disegni erano come dei figli. Li custodirete e spero che farete tanto per farli valere”. La direttrice Maria Chiara Leonori entra nel dettaglio della donazione: “Una raccolta grafica che arricchisce la biblioteca e i suoi 350anni di storia. Donazioni librarie e grafiche ci hanno arricchito: libro antico e grafica antica sono due capisaldi. Al fianco di presenze austere come Tiepolo e Raffaello avere nomi contemporanei che hanno fatto la storia d’Italia è una grande opportunità”.
Un patrimonio esteso: “La famiglia ci ha donato pochi giorni fa oltre 900 caricature, alcune anche già in cornice, venendo da mostre precedenti. E alcune sono in mostra, esempi tra politica e sport. Anche cartoline nel patrimonio. E, fuori dall’accordo, anche una biblioteca sull’umorismo e la caricatura. Un surplus che ci ha entusiasmato e che potrebbe aprire uno spazio per i futuri caricaturisti” aggiunge la direttrice.
Le cassettiere arriveranno martedì e saranno subito riempite. “Oggetti fragili che necessitano di attenzione e di vivere nel futuro”. Con le carte anche u busto realizzato da Valentini aa sua volta donato alla Spezioli: “La biblioteca serve a conservare e a mandare avanti il ricordo”.
In chiusura il sindaco Paolo Calcinaro che entra nel ‘suo intimo’ e non capita spesso: “Un pezzo di storia di Fermo a disposizione della città. Mi ha accompagnato, penso alla caricatura di Nasò, che un po’ mi ricordava quando avevo i ricci. E poi i suoi disegni sul Guerin Sportivo, mio giornale preferito, fino alla splendida caricatura di Francesco De Minicis con la maglietta della Fermana, la fascia tricolore e la toga, che vedevo da giovane avvocato nel suo studio durante la pratica. Insomma, Danilo Interlenghi è stato parte della mia vita”. Avrebbe tanti aneddoti da ricordare il sindaco, anche quell’entrare in silenzio nelal casa dell’artista “quando ero piccolo e Daniele Streppa mi accompagnava”. Un fermano per i fermani, Danilo Interlenghi da oggi lo è ancora di più.
“Quando stava morendo, Recanati lo aveva accolto e noi ci vivevamo. Ma non ne voleva sapere, ha scelto di restare nella sua Fermo” aggiunge la figlia. E siccome da oggi Fermo ha la collezione e anche un luogo adatto al contemporaneo, “presto organizzeremo una esposizione nel terminal per far ricordare a tanti fermani momenti della loro vita”. Quelli che nei suoi 98 anni ha avuto modo di raccontare, anche come giornalista.
r.vit.