FERMO – “Il paradosso è che domani sera potrò andare a mangiare una pizza con gli alunni, ma non potrò insegnare”.
La professoressa Vitturini insegna al Montani e lei, come altri 70 che hanno sottoscritto una lettera inviata al ministro Bianchi, da domani non potrà entrare nella sua aula. Il motivo? Non ho la terza dose”.
L’insegnante diventa la portavoce di tanti insegnanti, vaccinati e non, che non condividono la scelta che il nuovo decreto porta con sé. “Domani ci presenteremo davanti a scuola senza sapere cosa faremo e in quale luogo passeremo le ore scolastiche. “La terza dose per quanto mi riguarda l’avrei fatta, ma a questo punto è una questione di principio” aggiunge.
La lettera è dura: “Ministro, non si permetta di denigrare chi rivendica semplicemente la propria capacità di autodeterminazione, chi lotta per educare il futuro”. I 74 docenti accusano il Ministro di “mettere noi docenti gli uni contro gli altri utilizzando nelal sua nota termini come diseducativo, immorale, antipatriottico”.
Il finale è ironico: “La invitiamo a partecipare ai banchetti conviviali che non potrà impedirci, con i nostri alunni, tutti insieme, al ristorante, senza mascherina. Questo possiamo farlo, vero, da domani, egregio ministro?”.
Da domani, i dirigenti scolastici avranno un compito delicato: verificare lo stato di vaccinazione e una volta capito che l’insegnante non ha completato il ciclo vaccinale, decidere i suoi compiti che andranno dalla programmazione alla modulistica, dicerto non all’insegnamento diretto con gli alunni.