PESARO – Venti squadre, dieci regioni rappresentate e la grande novità di Pesaro che approda in A2 con l’ambizione di restarci il meno tempo possibile.
Ci sono grandi piazze e città solide, altre piccole ma ricche di passione e talento, un campionato che cambia le sue dinamiche, torna la promozione diretta per chi vince la stagione regolare, mentre per il secondo posto in A bisognerà affrontare i lunghi playoff.
Pesaro viaggerà molto da sud, manca però dopo anni la Sicilia, a nord, da Avellino, tornata nella seconda serie grazie al lavoro del dg ex Sutor Antonello Nevola, a Nardò, da Udine a Torino, Bologna e Cantù passando per la coriacea Rieti, la rediviva Livorno e le ambiziose romagnole Rimini e Forlì. Nomi che hanno giocato anche al piano superiore, poi ci sono le ‘esperte’ della categoria come Orzinuovi, Piacenza, Verona, Cento, Vigevano e la Cividale di coach Stefano Pillastrini.
Un campionato che piace al pubblico, basti dire che la stagione scorsa si è chiusa con 720mila spettatori per le 384 gare della stagione regolare. Una media al palasport di 1.875 tifosi a gara. Un aumento del 33% sulla stagione precedente, conferma che la A2 piace al pubblico, riavvicina le persone al basket.
Il record spetta alla sfida Bologna – Udine con 5.545 spettatori, numero poi superato durante i play off da Trieste-Cantù con 6.064. ma in generale la fase decisiva ha fatto impennare i dati, la media gara è salita a 3119 spettatori, +66% sul 2023.
Pesaro ha tutto per non far rimpiangere Trieste, promossa in A, che ha dominato la stagione con 5.453 spettatori di media. Sul secondo gradino la Fortitudo con 4.680, che ha l’incasso medio più alto per gara (104mila euro), poi Cantù con 4.236.
La squadra allestita da coach Sacripanti ha tutto per divertire. Manca una pedina, purtroppo difficile che si arrivi a Varnado, l’ala di Pistoia ha alzato l’asticella, per tornare in A2 vuole più di 200mila euro. Una somma ritenuta eccessiva dalla dirigenza pesarese, ma anche da mezza Italia del basket.
Il coach non si preoccupa, ha le idee chiare e un Maretto da valorizzare, per cui non resta che attendere e prepararsi a una campagna abbonamenti che sarà fondamentale per costruire quello zoccolo di tifosi necessario a rendere il palas di Pesaro un vero grande fortino.
r.vit.