FERMO - Cento giorni di Francesco Acquaroli vissuti in due grandi settori: la gestione dell’emergenza e la programmazione dei grandi temi. “Avremmo voluto dialogare, girare per i territori, confrontarci: è venuta meno la parte partecipativa in presenza. No sono mancate le riunioni, ma tutte in remoto”.
Chiaro che la gestione dell’emergenza è stata dominante. “Ma quando ogni giorno leggiamo i dati dei tamponi, vedendo che ne processiamo oltre 5mila, capiamo che il lavoro è ben fatto. Ricordo i primi giorni di mandato, quando erano molto pochi.
Si va avanti, guardando al dopo pandemia. Questo vuole fare l’amministrazione regionale e lo fa partendo dalle infrastrutture e dal supporto alle imprese. “Abbiamo sottoscritto un accordo sul corridoio Adriatico per chiedere maggior attenzione per la terza corsia dell’A14 e all’alta velocità ferroviaria. Uno dei temi della campagna elettorale è l’isolamento istituzionale di cui siamo stati vittime per anni. Per la prima volta una filiera istituzionale del medio basso Adriatico si è unita proprio alle porte del Recovery Plan che dovrà tenere in considerazione la situazione infrastrutturale” spiega Acquaroli.
Il dato reale è che al momento nel Recovery nazionale rientrano solo la Orte Falconara e l’ultimo miglio di uscita da Ancona: “Spero che questo venga ridiscusso, ma per farlo deve crescere il ruolo delle Regioni, centrale in una logica di completamento e integrazione del rapporto tra Governo e istituzioni locali. Le risorse possono finalmente dare risposte a carenze che segnano la competitività”.
Acquaroli però non si ferma alle strade conosciute, perché sul tavolo con l’Ad dell’Anas ha messo la Mezzina: “Una strada fondamentale per tutti sulla carta, ma marginale poi a livello pratico. E invece è un alleggerimento necessario di Statale e Autostrada e nella valorizzazione delle aree interne, della loro artigianalità e bellezza. Aree che per carenza infrastrutturale stano vivendo insieme con il sisma una fase di grande crisi”. C’è il sud al centro dell’azione di Acquaroli.
Come in quella di Guido Castelli, assessore al Bilancio e alla ricostruzione, che annuncia “l’assunzione di 70 tecnici, di cui la metà saranno dati a comuni e province per agevolare gli appalti di ricostruzione, vogliamo sbloccare i 4mila cantieri leggeri”.
Tanto è stato detto sulla questione economica, Mirco Carloni ama la concretezza e soprattutto non è, e come lui il collega Aguzzi, un fan dei sussidi, se non seguiti da azioni di sviluppo. “Per questo assumeremo anche 60 persone per i centri dell’impiego e creeremo una rete con le agenzie private in modo da rendere il servizio effettivo. Sapendo che ci saranno finanziamenti per chi investe e per le partite iva che credono nel domani. Così come cercheremo di far partire i cantieri delle abitazioni Erap, previsti 5mila nuovi posti, affidando i lavori il più possibile ad aziende locali grazie a un sistema di spacchettamento degli appalti”.
r.vit.